ENRICO ACCATINO

Riquadrare la storia

A cura di: Alfredo Accatino e  Mary Angela Schroth

PERIODO: 22 marzo – 15 maggio 2024

COMUNICATO STAMPA

Quale origine, quale collocazione dare ad Accatino? 

Neo-realista? Solitario antimodernista? Raffinato decadente in odor di avanguardismo cosmopolita?”.

Marcello Venturoli – 1953

 

Il progetto Riquadrare la storia, incentrato sui lasciti di artista, giunge alla sua terza edizione con una mini retrospettiva incentrata su Enrico Accatino (Genova, 1920 – Roma, 2007). Artista fondamentale per Sala 1, con la sua mostra “Arazzi della Passione”, la prima organizzata nella galleria nel 1970, ha dato il via alla lunga e proficua attività di Sala 1. Tito Amodei, curatore della mostra e fondatore dello spazio, dichiarò: “Ho inaugurato Sala 1 con “Gli arazzi della passione” di Enrico Accatino. Uno dei pochi artisti che si interessava al recupero degli antichi mestieri. Artista colto e dedito alla ricerca, a livello delle più avanzate avanguardie, aveva indirizzato sulla tessitura molta attenzione e dedizione. Con i mattoni a vista delle pareti della galleria quei manufatti pensati per la Passione, pareva che ci fossero sempre stati: i simboli evocati dall’artista sacralizzavano gli spazi e questi sottolineavano la sacralità dei tessuti”.

La mostra nasce in collaborazione con l’Archivio Enrico Accatino ed è a cura di Alfredo Accatino, figlio dell’artista e divulgatore dell’arte del Novecento, e Mary Angela Schroth, direttrice alla galleria.

A Sala 1 sarà esposta una selezione accurata di opere: arazzi, dipinti e sculture dagli anni ‘50 agli anni ‘80, fondamentali per comprendere il percorso e l’evoluzione dell’artista e per definire lo stato delle avanguardie in Italia tra gli anni sessanta e settanta.

 

Biografia

Enrico Accatino, pittore, scultore e progettista, nasce a Genova nel 1920 da genitori piemontesi.

Allievo nello studio di Felice Casorati ha vissuto e studiato all’estero prima di diplomarsi all’ “Accademia di Belle Arti” di Roma, dove dal 1950 ha vissuto e lavorato fino alla morte nel 2007.

Il suo discorso artistico parte dal “figurativo” per giungere all’ “astratto”, fino alle più attuali esperienze sui materiali e sulle tecniche. È stato impegnato nella realizzazione di lavori bi – tridimensionali per spazi interni ed esterni. A partire dal 1965, ha progettato e fatto realizzare numerosi arazzi e tridimensionali (diaframmi) promuovendo in Italia il recupero di questo particolare linguaggio per mezzo workshops e corsi di aggiornamento.

Di pari passo con l’attività artistica ha svolto, fin dai primi anni ’50, un’intensa attività didattica di aggiornatore, programmatore e sperimentatore, per tutto l’arco dell’istruzione artistico-visiva (dalla Scuola Elementare agli Istituti di Istruzione artistica, nonché all’Accademia di Belle Arti), realizzando pubblicazioni considerate basilari nella storia della disciplina. Nel corso della sua attività artistica ha meritato numerosi riconoscimenti nazionali ed internazionali, e sue opere sono conservate presso musei e collezioni private, in Italia e all’estero, come la Galleria Nazionale di Roma.

 

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