RENATO FASCETTI
Riquadrare la storia
A cura di Mary Angela Schroth e Michela Zimotti
Testo di Toni Mariani
PERIODO: 6 ottobre – 24 novembre 2023
COMUNICATO STAMPA
Sala 1 è lieta di presentare la mostra dedicata a Renato Fascetti, rientrante nel progetto Riquadrare la storia, nato per gettare luce sul delicato e spinoso tema del lascito d’artista. Da anni la galleria si dedica attivamente alla cura e alla salvaguardia della memoria artistica, racchiusa in ciascun lascito, che va conservata e tutelata nella sua integrità. Renato Fascetti ha trovato nel figlio Andrè Fascetti, il custode della propria “memoria” che attraverso questa mostra si vuole far rivivere.
In galleria un’accurata selezione di lavori, datati dagli anni Sessanta ai Novanta, permettono di ripercorrere la lunga attività dell’artista, evidenziando soprattutto la tecnica particolare utilizzata per crearli, caratterizzata dalla sovrapposizione di molteplici piani, “rilievi stratificati” così definiti da Enrico Crispolti, che conferiscono tridimensionalità all’opera.
La poetica di Fascetti è ben riassunta nelle sue parole: “Considero il quadro un organismo che articola le sue forme in sequenza temporale attraverso percorsi che si originano dal suo interno. Cerco di realizzare uno spazio fisico, concreto e nello stesso tempo mentale, percorribile visivamente e rispondente alla necessità di oltrepassare l’ortodossia di una superficie che annulla le sue origini e la durata temporale della realizzazione dell’opera”.
Un catalogo digitale edito da Sala 1 Edizioni con scritto di Toni Maraini sarà disponibile su richiesta
Biografia
Renato Fascetti (Roma, 1936 – 2018) ha frequentato i corsi di pittura e scultura presso l’Istituto Comunale d’Arte di via di San Giacomo.
Esordisce nel 1962 in una mostra presso la galleria “Numero” di Fiamma Vigo, a Firenze, e nello stesso anno il suo lavoro viene segnalato dalla critica alla mostra “Ministero Pubblica Istruzione” presso la Galleria D’Arte Moderna di Roma. Dal 1963 al 1966 risiede in Norvegia, dove espone in spazi pubblici e gallerie private e dove conosce Ivo Pannaggi e stringe con il pittore futurista una profonda amicizia.
Tornato in Italia inizia una ricerca che, partendo dalla superficie del quadro, la superi per far emergere spazi nuovi e profondi. Nel 1967 esordisce a Roma presso la galleria L’Obelisco di Gaspero del Corso, prima in una collettiva e quindi con una mostra personale. Nel Maggio del 1968 la rivista Art International di Lugano, nell’articolo “Artists on their art” pubblicava le dichiarazioni richieste ad alcuni artisti fra i quali Fascetti, egli afferma di voler verificare la validità di uno spazio nuovo, concreto, percorribile e che esprimesse oltre al linguaggio tecnico elaborato, anche la presenza di uno spazio mentale interiore. Negli ultimi lavori, con un sintetico e apparentemente elementare linguaggio formale, narra di metafore e suggestioni emotive.