WHAT DO YOU THINK?
migrazione, identità, diritti umani
migrazione, identità, diritti umani
PERIODO: 6 – 29 marzo 2025
COMUNICATO STAMPA
Con il titolo “WHAT DO YOU THINK? migrazione, identità, diritti umani” SALA 1 presenta le opere di cinque artisti internazionali per discutere una delle questioni più scottanti del nostro tempo. La mostra espone l’ampio spettro di approcci artistici: Ali Assaf e Michael Vonbank scelgono l’intervista come mezzo della loro ricerca artistica, ma i loro gruppi di riferimento sono completamente opposti. Ali Assaf chiede a 48 rifugiati “Why are you here?” nella sua opera installativa “L’oscuro oggetto del desiderio” (2001/02). Le risposte formano l’installazione, che consiste in 24 ritratti maschili e 24 femminili. “What do you think?” chiede Michael Vonbank nella serie di video ‘What do you think?’. (2007). Michael Vonbank chiede agli abitanti reali e fittizi del Paese ospitante il loro atteggiamento nei confronti dei migranti e mostra uno spettro di opinioni a più livelli. In collaborazione con il Forum Austriaco di Cultura di Roma.
Il gioco delle identità è al centro della serie di poster “Noi romani a Roma” (2009), che mostra i migranti nei loro tipici ambienti professionali. Lo slogan del manifesto “Noi romani a Roma” costituisce la parentesi tematica della serie, mentre l’artista stesso costituisce la parentesi visiva. L’austriaco Michael Vonbank presta il suo volto ai migranti sui manifesti, incarnando così tutti i romani con un passato da migranti. In questo modo, gioca con le attribuzioni di identità nazionale basate sulle apparenze, ne rompe gli schemi e le riduce giocosamente all’assurdo.
Lisl Ponger esplora la natura costruita dell’identità culturale e le nostre idee e immagini spesso stereotipate dell’“altro”. Le opere fotografiche esposte nella mostra “Dyptichon: Trickster will remake this world” (2023) mostrano i confini e le linee di demarcazione tra il familiare e lo straniero.
Al centro tematico delle opere su carta di Peter Assmann ci sono i diritti umani, le fragili fondamenta su cui poggiano e la loro necessaria difesa. Nel trittico “For me and others” (2024), l’artista opera con moduli e nuove combinazioni.
Le sue esperienze di rifugiata sono al centro delle opere su carta di Kateryna Lysowenko. Le opere “Middleeuropean migrating duck”, “Refugee is trying to find human inside” e “Human flag” riflettono la sua vita di rifugiata di guerra alla ricerca di un nuovo inizio.
Con il titolo “WHAT DO YOU THINK? migrazione, identità, diritti umani” SALA 1 presenta le opere di cinque artisti internazionali per discutere una delle questioni più scottanti del nostro tempo. La mostra espone l’ampio spettro di approcci artistici: Ali Assaf e Michael Vonbank scelgono l’intervista come mezzo della loro ricerca artistica, ma i loro gruppi di riferimento sono completamente opposti. Ali Assaf chiede a 48 rifugiati “Why are you here?” nella sua opera installativa “L’oscuro oggetto del desiderio” (2001/02). Le risposte formano l’installazione, che consiste in 24 ritratti maschili e 24 femminili. “What do you think?” chiede Michael Vonbank nella serie di video ‘What do you think?’. (2007). Michael Vonbank chiede agli abitanti reali e fittizi del Paese ospitante il loro atteggiamento nei confronti dei migranti e mostra uno spettro di opinioni a più livelli. In collaborazione con il Forum Austriaco di Cultura di Roma.
Il gioco delle identità è al centro della serie di poster “Noi romani a Roma” (2009), che mostra i migranti nei loro tipici ambienti professionali. Lo slogan del manifesto “Noi romani a Roma” costituisce la parentesi tematica della serie, mentre l’artista stesso costituisce la parentesi visiva. L’austriaco Michael Vonbank presta il suo volto ai migranti sui manifesti, incarnando così tutti i romani con un passato da migranti. In questo modo, gioca con le attribuzioni di identità nazionale basate sulle apparenze, ne rompe gli schemi e le riduce giocosamente all’assurdo.
Lisl Ponger esplora la natura costruita dell’identità culturale e le nostre idee e immagini spesso stereotipate dell’“altro”. Le opere fotografiche esposte nella mostra “Dyptichon: Trickster will remake this world” (2023) mostrano i confini e le linee di demarcazione tra il familiare e lo straniero.
Al centro tematico delle opere su carta di Peter Assmann ci sono i diritti umani, le fragili fondamenta su cui poggiano e la loro necessaria difesa. Nel trittico “For me and others” (2024), l’artista opera con moduli e nuove combinazioni.
Le sue esperienze di rifugiata sono al centro delle opere su carta di Kateryna Lysowenko. Le opere “Middleeuropean migrating duck”, “Refugee is trying to find human inside” e “Human flag” riflettono la sua vita di rifugiata di guerra alla ricerca di un nuovo inizio.